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martedì 30 giugno 2015

Beato Raimondo Lullo: un illuminato missionario




Era il 1296, ormai avanti con l'età, quando Raimondo Lullo veste l'abito di terziario francescano. Una vita, negli anni precedenti, largamente spesa per l'evangelizzazione, specie degli ebrei e musulmani. Ma Raimondo Lullo è conosciuto ai più come filosofo, teologo, mistico. Il missionario catalano (Palma di Maiorca 1233 - Isola di Maiorca 1215), è detto doctor illuminatus.  In matematica, ad esempio, la logica combinatoria di Lullo e le sue tecniche di memoria ebbero larga influenza sino al 17° secolo.

Secondo le sue convinzioni, riconosciute valide e portanti fino ad oggi, le opere religiose e secolari nel campo dell'evangelizzazione devono basarsi sul compito dei missionari di conoscere la cultura del popolo verso cui sono inviati e la preparazione per compiere professionalmente le attività della carità. A tal fine promosse diverse scuole di formazione (per il servizio negli ospedali, nelle scuole...) a favore dei missionari in partenza per le missioni in Africa e anche in altre parti del mondo.
Un sintetico ritratto di questo illustre missionario francescano secolare che la Chiesa celebra oggi e che qui ricordiamo è possibile trovarlo nel sito indicato qui sotto.

http://www.santiebeati.it/dettaglio/90394

giovedì 11 giugno 2015

Santa Maria Anna di Gesù de Paredes

Il 26 maggio la Chiesa ricorda la figura di questa santa e troviamo nel Martirologio Romano questa breve descrizione:
«A Quito in Ecuador, santa Marianna di Gesù de Paredes, vergine, che nel Terz'Ordine di San Francesco consacrò la propria vita a Cristo e dedicò le proprie forze ai bisogni degli indigeni poveri e dei neri.»

La figura di questa santa la sentiamo molto vicina ed è bello leggere la sua storia essenzialmente per due motivi, il primo è perché è una santa francescana, la prima santa francescana in Sud America, il secondo perché la sua  vocazione nasce in ambito missionario.
Tra queste due caratteristiche spicca però la sua umiltà e docilità allo Spirito Santo che la porta a mettere in secondo piano il suo progetto, anzi il suo sogno, condiviso con altre sue compagne, di andare ad evangelizzare quelle che con il linguaggio di oggi, definiremo “periferie” della sua epoca.
La sua risposta alle contrarietà incontrate nel suo desiderio di divenire missionaria e a quello di entrare in una famiglia religiosa ci interroga come persone, come cristiani, come francescani.

Ecco quindi una figura da prendere a modello nella nostra quotidianità. 
A volte iniziamo un percorso e con caparbietà vogliamo portarlo a termine come diciamo noi, anche nella sfera spirituale può accaderci di diventare ciechi, sordi, di non vedere, di non sentire.
Marianita ha trovato il modo di vedere e di sentire usando l’arma della preghiera, del digiuno, dell’ obbedienza. 
Ancora adesso, come 500 anni fa, la strada è allora ancora questa, e oggi ce la indica Marianita.

Per approfondire:

Stefano Pola
Ufficio Missionario


sabato 6 giugno 2015

Cile: Racconto di un alluvione

Pubblichiamo un report-testimonianza ricevuto da Salvatore e Angela dove viene raccontata l'esperienza vissuta durante i giorni più critici dell' alluvione sofferta nella regione del Cile dove sono in missione per conto dell' OFS d'Italia e di come le cose stanno lentamente tornando alla normalità malgrado le difficoltà oggettive dovute alle scarse risorse della zona. La missione di Copiapò è coinvolta in questa ricerca di sostegno per dare il proprio contributo.

CE.MI.OFS


Mercoledì 25 marzo 2015
Tutto e’ iniziato quando mercoledì 25 marzo 2015 dopo una abbondante pioggia abbiamo appreso del rischio alluvione, fin qui sembrava tutto sotto controllo quando verso le h.12.30 ora locale e’ suonato il citofono di casa attraverso cui più persone chiedevano se vi fosse la possibilità di essere accolti in cappella perché il fiume, che attraversa tutta la Regione di Atacama, aveva già inondato le loro case. Dispiaciuti e allarmati abbiamo subito accolto queste persone che nel tempo di mezzora sono diventate più di quindici. Abbiamo trascorso tutto il pomeriggio con radio accese e monitorando il fiume che dista 300 metri dalla cappella e dalla nostra casa. Il tempo passava ma l’acqua del fiume cresceva, inondando tutto dove passava, con evidente timore abbiamo cercato di mantenere la tranquillità senza sospendere ne alcune attività, ne la orazione del Santo Rosario prefissata che, forse, e’ servita più di tutto. Alle 22.00,  dopo un costante controllo della situazione, i carabinieri ci avvisano che il fiume, rompendo alcuni argini, stava prendendo un altro corso d’acqua non regolare molto pericoloso perché situato vicino alla strada principale che collega le diverse citta’con la zona di mare.  A  quel punto nelle zone dove era possibile, o non colpite pienamente, e’ stato dato l’allarme di evacuare quanto prima verso il mare, nel quale sfocia il corso del fiume. Quindi nella stessa notte di mercoledì abbiamo evacuato dalla “hacienda San Pedro” insieme a tante altre persone. 

Il rientro nell’ ”hacienda San Pedro” dopo aver evacuato
Al rientro il 26 mattina ci siamo ritrovati in una nuova realtà impressionante e terribile per i danni presenti. Molte persone in 24 ore avevano già  perso tutto, dalla casa al raccolto dei campi e anche gli animali da allevamento. Fortuna o miracolo dove viviamo noi l’acqua si e’ fermata all’entrata del cancello della “capilla San Pedro” e dietro il recinto della nostra casa (in certi momenti sembrava di essere in una casa di mare o vicino a un grande fiume, proprio perché il rumore dell’acqua che scorreva era forte e costante). Abbiamo continuato a controllare fino alle ore 20.00 di sera per capire se era il caso di evacuare di nuovo, nel caso l’acqua fosse cresciuta col rischio di ritrovarcela dentro casa. Grazie a Dio, dopo le ore 20.00 il flusso dell’acqua e’ diminuito, decidendo così di rimanere a casa, con il sonno leggero come sentinelle nella notte.

La semplice ospitalità nei giorni successivi
I giorni successivi si sono presentati con tanti interrogativi, mentre la gente  danneggiata veniva ospitata nella scuola vicina e nelle casette in legno presenti nei locali dietro la cappella. In tutto abbiamo ospitato dieci persone, che appena hanno potuto si sono messe a lavoro per cercare di pulire le loro case dal fango trascinato dall’acqua. Tanti altri hanno preferito essere ospitati nelle scuole di paesi vicini per permettere anche ai loro figli di continuare a studiare. 

Momenti intensi che sembrano un brutto sogno e ti disturbano il sonno
In alcuni momenti ci e’ sembrato di vivere un incubo … con la preoccupazione che l’ acqua da un momento all’ altro potesse sorprenderci. Come é successo a delle persone che hanno perso anche la vita. E si ricomincia a interrogare se stessi, su quale sia la scelta migliore da fare per la propria famiglia. Restare e in caso scappare all’ ultimo minuto oppure andare via e lasciare qui tutte le altre persone che non possono andare da nessuna parte. Bene, una scelta deve essere fatta e se decidiamo di credere fermamente in quel Dio che non ci lascia mai soli dobbiamo restare ed essere anche con la nostra debolezza testimoni di Gesu’ Cristo. 

Attimi che marcano in modo indelebile la memoria
Certo, attimi di paura, ansia e preoccupazione … ma anche forza, coraggio e serenità che non solo da noi sono provenute ma dalla preghiera dei nostri fratelli lontani che insieme alla nostra  e’ diventata una supplica costante a Dio e alla Vergine Maria che non hanno esitato ad ascoltare. … Lo ripetiamo, l’acqua si ferma all’entrata della cappella …! Fortuna o un miracolo. … La risposta che aspettavamo eccola, forse anche un segno, e’ qui che dobbiamo operare ancora una volta, si! Con le nostre paure, debolezze e difficoltà di una famiglia.

La “capilla San Pedro” centro operativo di aiuti
Le settimane seguenti, nonostante le tante difficoltà presenti, in particolar modo in Citta’ a Copiapo’, sono arrivati diversi aiuti, anche in “Hacienda San Pedro”, sia viveri che indumenti e di volontari disponibili ad aiutare la gente. La cappella e’ diventato un centro operativo di raccolta e smistamento aiuti, cercando di raccogliere anche i differenti bisogni delle persone. Tutto questo lavoro di aiuto e’ stato possibile, grazie alla collaborazione di tanta gente che ha dimostrato tanta solidarietà. Tuttavia, ancora oggi stiamo distribuendo viveri e indumenti che sono arrivati dal Governo del Cile e da alcune Associazioni umanitarie e cattoliche. 

Come stiamo e cosa facciamo? 
Tutto sommato noi stiamo bene e continuiamo a mettere il nostro impegno e sacrificio tutti i giorni non solo continuando a svolgere il nostro servizio pastorale e sociale, ma soprattutto in questo periodo quello di essere piu’ vicini alla gente. 
Quello che e’ successo stravolge la normalità della vita quotidiana per un bel po’ di tempo, il problema dell’inquinamento ambientale e’ una delle preoccupazioni piu’ presenti. 
Sicuramente noi siamo “ tra i fortunati” a non avere avuto danni nella casa, mentre tante persone hanno subito dei danni anche alla propria attività lavorativa. 

Le persone danneggiate come stanno?
Le persone che hanno subito molto danno, nonostante il dolore e la sofferenza, stanno riuscendo abbastanza bene ad elaborare il trauma. Da ammirare la forza di volontà che ha spinto tante persone a ricostruire con tanta dignità ciò che e’ stato distrutto. Certo e’ che in diversi casi non tutto ciò che e’ andato distrutto si può recuperare, anche per questo ci vorrà del tempo.

Semplici interventi di aiuto per il ripristino della casa

In questi giorni, grazie al contributo economico della nostra Diocesi di Ragusa e’ stato possibile aiutare tre famiglie a ripristinare una parte della loro casa danneggiata. Un aiuto limitato che da speranza, di certo sono ancora tante le persone in attesa di un aiuto per il ripristino della casa. In queste settimane si stanno attivando anche alcuni servizi governativi per case in legno di emergenza e interventi di ripristino per chi e’ in possesso dell’atto di proprietà dell’ immobile.



Quali interventi si possono promuovere?
In aiuto a tante situazioni di precarietà, fragilità e difficoltà, già presenti in un contesto di periferia come quello dell’ “Hacienda San Pedro”, maggiormente ora dopo questa catastrofe naturale che ha colpito la popolazione della regione di Atacama stiamo cercando di promuovere degli interventi sociali che sono:
  • Intervento di promozione lavorativa, per incentivare a riprendere la propria attività lavorativa, pensando di comprare con dei contributi economici delle macchine da lavoro o strumenti di lavoro;
  • Adozioni a distanza per le famiglie e le persone più bisognose che non hanno i requisiti per ricevere aiuti governativi.
Il nostro grazie va ancora a tutte quei benefattori che anche a distanza sono strumenti di aiuto con il loro personale contributo. La personale donazione fatta o che si può fare e’ una preziosa opera di bene . Il Signore che guarda i nostri cuori ricolmi di grazia ogni persona che fa con umiltà un atto di generosità.

27/05/2015 

Salvatore e Angela Macca

lunedì 1 giugno 2015

Preghiera Missionaria Giugno 2015

GIUGNO 2015
"Perché l'incontro personale con Gesù susciti in molti giovani il desiderio di offrirgli la propria esistenza nel sacerdozio o nella vita consacrata."